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L’affido al Rescue NON e’ abbandono

Esiste una parola nella lingua inglese : Surrender,  che indica sia l’abbandono  ( non “di” qualcosa o qualcuno, ma “a” qualcosa o qualcuno) che l’arrendersi. Non ha una connotazione negativa. Anzi è spesso utilizzato per esprimere la resa, o l’abbandono di se stessi all’amore.  Surrender  è anche  il termine utilizzato dai Rescues americani e inglesi per definire quello che noi in italia chiamiamo tecnicamente ‘ rinuncia di proprietà’, ovvero i moltissimi cani ( carlini, nel nostro caso), che vengono affidati al nostro Rescue perchè le loro precedenti e cedenti famiglie non possono più occuparsi di loro. Tra ‘ abbandono’ e ‘ surrender’ c’è una grande, enorme, gigantesca differenza.

Ma procediamo con ordine.

Ogni anno, poco prima della stagione estiva, si intensificano le campagne anti-abbandono da parte di Associazioni, Comuni, Asl,Giornali, Televisione, Radio.

Tutte giustissime e necessarie, e tutte, a nostro modesto parere, incomplete.

Prima di scandalizzarti e arrabbiarti con noi, abbi la cortesia di leggere il resto dell’articolo, grazie.

Per spiegare cosa intendiamo per ‘incomplete’ , occorre chiarire e precisare.

L’abbandono è un REATO. Ogni anno in Italia vengono abbandonati 80.000 gatti e 50.000 cani, con punte del 25-30% all’inizio della stagione estiva, ma non solo .Il fenomeno è  purtroppo tutt’altro che in diminuzione. L’80% di questi animali morirà a seguito incidenti, stenti, maltrattamento. L’abbandono di un animale è un reato punibile con l’arresto fino a un anno o con una multa fino a 10.000 euro ( fonte dati : lav.it). Se sei stato testimone di un abbandono in strada ( in autostrada, in strada, in campagna, ovunque), DEVI  1) fermarti e soccorrere 2) attendere che arrivi il soccorso 3) segnalare e denunciare alle  forze dell’ordine : Carabinieri/Polizia di Stato/Corpo Forestale/Polizie locali). Perchè magari, mentre tu prosegui il tuo viaggio cercando di rintracciare l’amico di tua cugina che ha una sorella che conosce una persona che fa la volontaria in canile, quel cane o gatto morirà investito dalla prossima macchina, o se è già ferito, o se sta morendo di fame e sete, non sopravviverà fino all’arrivo delle Forze dell’Ordine.

L’abbandono , nei termini sopra descritti, quello che insieme all’assenza di sterilizzazione genera il randagismo ( oltre alla morte di migliaia di cani ogni anno)  è un crimine nero, nerissimo,  perpetrato da esseri disumani , zombies privi di anima , delinquenti a piede libero, assassini senza alcun codice morale.  Come si può pensare che tutte le campagne anti abbandono possano avere il benchè minimo effetto sul cuore di chi un cuore non ha ?  Il solo deterrente , eventuale, è la minaccia della sanzione, ma…sorpresa, i cani abbandonati in questo modo risultano sempre , guarda il caso, non microchippati. Oppure, hanno un microchip ‘ vuoto’, mai registrato a nome di nessuno presso alcuna anagrafe canina.

E se non muore in strada, il povero cane abbandonato, dove va ? A seconda della regione, o rimane randagio, oppure andrà in canile, certo.

E ci sono canili, in Italia, che sono peggio della morte. Ci sono anche molte ottime strutture, ma anche in questo ci vuole fortuna, una cosa che il cane abbandonato in strada non sempre ha.

‘ Non abbandonarmi ‘ non basta.

‘ Non comprarmi\ non adottarmi\ non prendere un cane’, bisognerebbe dire a queste persone. E bisognerebbe dirglielo molto chiaramente, e molto prima.

Perchè la legge non lo impone, di prendere un cane. E perchè , non potendo sperare di parlare al cuore di chi un cuore non ha, bisogna cercare di inquadrare il problema alla base. Noi non crediamo che una persona capace di abbandonare il proprio cane legato a un palo in autostrada possa essere sensibilizzata dalle migliaia di immagini di poveri cani soli e affamati sotto la pioggia o dietro le sbarre di un canile. Ma potrà forse essere sensibilizzata dalla certezza della pena ( utopia, spesso) e soprattutto dalla proposta di uno scenario alternativo possibile : non abbandonarlo, affidalo a un’associazione che possa occuparsene!

L’abbandono è questo fin qui descritto, e SOLO questo. E  molto giustamente, solo di questo le campagne anti-abbandono si occupano.

E noi ? Molto spesso chi ci contatta o scopre l’esistenza del nostro Rescue per la prima volta ci scrive con meraviglia ‘ ma come, abbandonano anche i carlini ?? ‘, oppure  ’ non pensavo esistessero tutti questi carlini abbandonati’. E infatti, non esistono.

Nella nostra esperienza , e tra le molte centinaia di carlini dei quali ci siamo occupati in tutti questi anni , ci sono sicuramente stati anche casi di ‘ abbandono’ come quello sopra descritto. Quindici in tutto. Carlini provenienti da abbandono in strada, trovati – sempre non microchippati e in  gravi o gravissime condizioni di salute – da persone che li avevano soccorsi richiedendo (o consentendo) immediatamente o poco dopo l’intervento del nostro Rescue.  Se a questi 15 aggiungiamo i circa 35 carlini a noi affidati da canile\ canile sanitario o rifugio  ( dove erano entrati a seguito abbandono in strada), il numero complessivo degli ‘ abbandoni’ , 50 ,  è di poco superiore al 10% del totale dei nostri carlini adottati, che sono più di 400. Una percentuale esigua, e la prima causa di questa bassa statistica da noi riscontrata è data dal fatto che il carlino è un cane che , se lasciato a se stesso ‘ in natura’, può sopravvivere sì e no poche ore. Se è estate e ci sono 40 gradi , pochi minuti. Non che gli altri possano sopravvivere all’abbandono. Nessuno può. Ma l’autonomia di sopravvivenza in strada di un cane come il carlino è ancora più limitata. Quindi siamo certi che la casistica degli ‘abbandoni’ sia di certo superiore, purtroppo nessuno lo sa, non essendo arrivato nessuno in tempo nei casi a noi non noti.

Parlare di abbandono riferendosi a un Rescue come il nostro non è quindi tecnicamente corretto, o non del tutto. Se nel 10% dei casi si tratta di abbandono, e in un altro 10% di casi di sequestro e\o palese maltrattamento , come definire tutto il restante 80% , e cioè la stragrande maggioranza dei nostri carlini ? Surrender. E ci teniamo molto, che non venga usata la parola abbandono.

Perchè sarebbe controproducente. Perchè è difficile.  E’ difficile far capire che esiste, e quanto anzi sia auspicabile,  la possibilità di una vita diversa, per un cane che , lì dove si trova, non può o non può più ricevere cure e attenzioni adeguate. E’ difficile far capire che consentire a quel cane, tramite l’affido ad una associazione seria e responsabile, di avere un’adozione sicura e controllata, è in realtà un gesto d’amore. Molto diverso dall’abbandono.

Questo 80% di casi esiste, e colpevolizzare chi non è , o non è più , in grado di assicurare al proprio cane uno stato di cura idoneo non farebbe che allontanare il cane in questione dalla possibilità di essere aiutato, spingendolo magari verso i molteplici rischi di una cessione privata, oppure verso un mantenimento della condizione attuale, che non è mai, in tutti questi casi, la migliore che possa avere in quel momento.

Ogni situazione è diversa. Ci sono casi in cui sarebbe facile  usare parole dure. Ma non lo facciamo,nè mai comparirà in alcuna nostra comunicazione una sola parola di giudizio o commento negativo nei confronti del cedente. Perchè se quello che vuoi è il bene del cane, non rischierai di privarlo della possibilità del tuo aiuto.

Tolti quindi i casi provenienti da abbandono, canile, sequestro e\o maltrattamento, non si può non considerare quanti carlini vivano oggi una vita felice con una famiglia adottante idonea, sicuramente in questo caso grazie all’operato del nostro Rescue,   ma originariamente grazie  a chi aveva a suo tempo compreso di non poter dare al proprio cane,  o non più, le necessarie cure e attenzioni, scegliendo per il suo presente e futuro non l’abbandono, non una soluzione a caso, ma una scelta di sicuro amore, immediate cure, e un’adozione controllata. Surrender.

Questo vale  sia per i moltissimi carlini a noi affidati dalle proprie precedenti famiglie ( i motivi classici sono la nascita di un bambino, trasloco e\o trasferimento, cambio di lavoro, divorzi e separazioni, ma anche grave malattia o decesso del proprietario ) che per i moltissimi ( centinaia di ) adulti provenienti da allevamento ( ex fattrici, ex riproduttori, adulti non idonei) che, affidati a noi,hanno avuto la possibilità di avere una vera vita con una vera famiglia, invece di restare in allevamento fino a tardissima età, o come purtroppo a volte avviene, essere ceduti ad altri allevatori per altri anni ancora.

Un eventuale proseguimento di questo articolo sarebbe una ripetizione di contenuti già espressi alla pagina sul nostro sito dedicata alla Sterilizzazione, che invitiamo a leggere se interessati ad una ulteriore comprensione e consapevolezza.

La realtà di un Rescue non è fatta di solo abbandono, ma non per questo non esiste.

Basta uno sguardo veloce alla nostra galleria degli adottati, una lettura delle loro storie, per capire di cosa sia fatta la realtà di un Rescue. Ogni giorno.

Un carlino che venga affidato al nostro Rescue non è , nè mai sarà, abbandonato.

Surrender. Fai un gesto d’amore.

 

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